Lewis Hamilton e la Ferrari, un matrimonio per nulla esclusivamente sportivo. Ieri l’ufficialità dell’approdo di Adidas a sostituzione di Puma come produttore di Merchandising Mercedes a partire dal 2025. È notizia già da qualche mese che sia l’azienda d’abbigliamento sportivo tedesca che Tommy Hilfiger termineranno la loro collaborazione con la casa automobilistica di Brackley alla fine di quest’anno.
Entrambi i marchi sono estremamente vicini al pilota britannico in arrivo a Maranello dalla prossima annata. Oltretutto Puma, ormai da anni, si occupa del merchandising della Ferrari ed è quindi immaginabile che per la casa italiana l’avvento di Hamilton non rappresenti esclusivamente l’ingaggio del pilota più titolato al mondo, che già di per sé è un grande obbiettivo centrato, ma che sia un vero stratagemma economico di più ampio respiro che porterà nelle casse del Cavallino Rampante ulteriori introiti.
Fred Vasseur ha più volte dichiarato che l’esperienza che il britannico porterà in dote alla Ferrari è l’elemento su cui si è fondata la trattativa ratificata con l’ufficialità il primo Febbraio. Il Cavallino Rampante sta ancora strutturandosi e l’ingaggio di Lewis va letto come uno dei tanti tasselli nel programma di stabilizzazione definito dal manager di Draveil.
Ma Hamilton è egli stesso un’azienda, un microcosmo che muove consenso e capitali e la Ferrari, il marchio più famoso nel mondo del motorsport, non poteva non considerare anche gli aspetti commerciali che scaturiscono da questa operazione. La presenza di Puma e di Tommy accanto al sette volte iridato conferma che il frangente economico è tutt’altro che marginale.
Crediti foto: Lewis Hamilton
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