FIA WEC – 6 ORE DI SAO PAULO TOYOTA MOSTRA I MUSCOLI, FERRARI AFFONDA. PERCHé?

6 Ore di Sao PauloProva di forza mostruosa delle due Toyota che ritrovano la forma del 2023 e mettono in pista prestazioni inarrivabili per chiunque. Porsche si difende ed allunga in classifica. Male le Ferrari.

La 6 ore di Sao Paulo tornata in calendario dopo dieci anni, ci ha regalato una gara intensa, piena di lotte e sorpassi interessanti. Il difficile ed atipico circuito destrorso di Interlagos ha costretto le squadre ed i piloti ad una gestione accorta delle strategie, a causa dell’elevato degrado degli pneumatici, ed ha impegnato i piloti nelle difficilissime fasi di doppiaggio costringendoli, spesso e volentieri, a prendersi dei rischi enormi nel sorpassare le auto più lente, soprattutto nei tratti tortuosi del secondo settore. 

Le protagoniste assolute della gara sono state le due Toyota Gazoo Racing dominatrici indiscusse in pista. La vittoria è andata alla Toyota numero 8 con Brendon Hartley, Sébastien Buemi e Ryo Hirakawa, con un vantaggio di 1:08.811 sulla Porsche del Team Penske numero 6 (leader del mondiale), e l’altra Porsche ufficiale, la numero 5, distanziate tra loro di soli 7 secondi.

Il week end della Toyota, come scrivevamo sabato dopo l’hyperpole, ha ricordato molto uno dei tanti del 2023, dove arrivavano in pista e dominavano praticamente tutte le sessioni, ed in gara riuscivano a fare un po’ quel che gli pareva, dando distacchi importanti a tutti e spingendo veramente solo quando serviva.

Durante le 6 ore hanno infatti mostrato un passo inarrivabile, probabilmente riuscendo a trovare un equilibrio perfetto tra prestazione e consumo gomma, su una pista molto esigente sul lato del degrado pneumatici. Lo dimostra il vantaggio con cui la 8 è arrivata al traguardo sulle due Porsche, ma lo certifica ancora di più lo straordinario recupero della sorella, la numero 7. 

Dopo un primo doppio stint su gomme medie “dominante” da parte di Matt Campbell, che lo aveva messo in una prima posizione solitaria, al pit stop di metà gara i meccanici sono stati costretti ad aprire un pannello laterale al lato guida per lavorare su un componente elettronico, che gli ha fatto perdere moltissimo tempo e li ha costretti a rientrare in fondo alla classifica.

Da lì in poi De Vries prima e Kobayashi poi, hanno messo in pista tutto quello che avevano recuperando fino alla quarta posizione. Se non fosse stato per il suddetto problema avremmo visto una comoda doppietta nipponica e probabilmente la numero 7 sarebbe stata molto vicina al doppiaggio di tutti gli altri equipaggi. 

6H Sao Paulo – Porsche massimizza il risultato in pista, mantenendo la testa di entrambe i mondiali

Al secondo e terzo posto, si piazzano le due Porsche ufficiali. I leader del mondiale con la numero 6, autori di una bella rimonta dal fondo a causa di un contatto fratricida con la cugina numero 12 del team Hertz Jota che li ha spinti a bordo pista forandogli nel contatto l’anteriore sinistra. Riescono ad allungare nella classifica piloti, contenendo un dirompente ritorno della Toyota in quella costruttori mantenendoli a quattro punti di distanza.

La casa di Stoccarda con le due ufficiali e le due clienti del team Jota ha dimostrato molta solidità nelle prestazioni espresse. Dopo i nipponici sono state le auto che meglio si sono comportate in pista, riuscendo a gestire molto bene il degrado gomma. L’auto è sembrata sempre molto ben bilanciata sia nei settori 1 e 3 con curvoni veloci ed allunghi, sia nel secondo settore contraddistinto dalle curve lente. 

Sono rimaste in gara, nonostante i problemi ed alla fine, come spesso è successo quest’anno, questa costanza di rendimento li ha ancora una volta premiati in un week end dove le chance di vittoria erano pari allo zero. Le Porsche clienti, invece, sono state autrici di una gara piena di errori e penalità inflitte a causa di contatti e disattenzioni. La 12 ha preso penalità per la toccata alla Porsche numero 6, La Porsche del team Proton ha preso penalità per aver causato un testacoda alla Ferrari numero 83 e la numero 38 ne ha presa una per aver ecceduto i limiti di pista traendo vantaggio in una fase di doppiaggio nel finale gara.

6H Sao Paulo – Ferrari una gara da dimenticare. Prestazione opaca, mai veramente all’altezza degli avversari

Capitolo Ferrari. Le Rosse nonostante il nuovo pacchetto evolutivo hanno vissuto un week end molto difficile (ricorda drammaticamente qualcosa). Le sessioni di libere non sembravano essere andate poi così male, i tempi più o meno in linea con gli altri team, avevano dato l’impressione che potessero essere con gli altri sia in qualifica che in gara. Ma dalle qualifiche in poi i limiti di questa macchina su un tracciato simile sono venuti fuori ponendo il team in una condizione non ottimale, costringendoli a correre in difesa.

Le dichiarazioni post gara di piloti e responsabili vanno tutte in questo senso, affermando che già prima di arrivare in Brasile, dalle simulazioni, sapevano già che le loro prestazioni non sarebbero state all’altezza e che avrebbero dovuto giocare in difesa, raccogliendo quanti più punti possibili in ottica campionato. Obiettivo comunque raggiunto con la quinta e sesta posizione finale. 

La gara è stata quindi un calvario, soprattutto per la numero 50 e per la numero 83 gestita dal team AF Corse. La prima non è mai parsa in grado di poter essere incisiva, mai realmente in grado di attaccare gli avversari, costantemente in un atteggiamento difensivo, dando visivamente l’impressione di non riuscire in nessuna condizione di gara ad avere degli sprazzi di competitività, nonostante una gestione del degrado gomma difficile ma abbastanza lineare.

L’altra ha dovuto gestire un primo doppio stint di Kubica su gomme Hard difficilissimo, l’auto ha avuto un innalzamento delle pressioni degli pneumatici, causando uno scivolamento eccessivo ed un conseguente consumo anomalo delle gomme. Poi ha rimediato una toccata dalla Proton, che li ha mandati in testacoda. Infine ha dovuto scontare una penalizzazione per aver mandato in testacoda la BMW alla esse di Senna.

La 499P numero 51, invece, è stata quella che complessivamente è andata meglio. E’ stata l’unica Ferrari a saper gestire bene il doppio stint nelle prime due ore di gara, rimanendo in lizza per un posto sul podio fino al drive through rimediato nella prima Full Course Yellow della gara. Da lì in poi è stata una rincorsa vana alle Porsche, che seppur di poco hanno mostrato un passo ed un degrado gomma decisamente migliore.

Il BoP, come per la prima tappa in Qatar, ha sicuramente influito negativamente sulle prestazioni, ma rimane la personale impressione, che su questi tipi di pista, con asfalti molto abrasivi e curve lunghe in appoggio, la Ferrari non si trovi proprio a suo agio e che ci sia ancora del lavoro da fare per trovare un bilancio dell’auto diverso.

6H Sao Paulo – Peugeot e Alpine, le francesi si difendono bene ad Interlagos

Le due squadre francesi, sono finite entrambe a punti, piazzando la Peugeot all’ottavo posto con l’auto numero 93, e l’Alpine al decimo posto con la macchina numero 36. Entrambe le compagini, hanno sofferto tantissimo in qualifica, rimanendo escluse dalla lotta per l’hyperpole, ma sono state protagoniste di una gara molto consistente, lottando come tutti con il degrado gomma e dando battaglia in pista. Se per l’Alpine questa è sostanzialmente una conferma dei progressi mostrati in questa stagione di esordio, il discorso sembra essere parecchio diverso per Peugeot. 

La Peugeot 9×8 aveva illuso tutti dopo le prime prove ufficiali, piazzando addirittura la numero 93 in prima posizione con Nico Muller, e la numero 94 in linea con i migliori tempi prima della sospensione per bandiera rossa. Hanno dato l’illusione che finalmente avessero trovato la chiave per sbloccare le prestazioni della loro auto ed invece una volta iniziata la sessione di qualifica è arrivata l’ennesima doccia fredda per la squadra francese.

I loro giri lanciati sono stati un autentico disastro, sono letteralmente scomparsi dai radar, finendo in sedicesima e diciassettesima posizione. A conferma della cocente delusione, le dichiarazioni di Vergne, che ha sottolineato come l’auto abbia mancato completamente la prestazione, trovandosi in una situazione imbarazzante ed inaccettabile. Parole che non lasciavano presagire nulla di buono neanche per la gara.

La situazione invece, è sembrata leggermente migliorare. Si è vista l’auto gestire bene le gomme e l’altissimo degrado non è sembrato rappresentare un enorme problema.  Sono riusciti a dare battaglia a centro gruppo almeno con una delle due auto, riuscendo a tenere testa ad auto sulla carta più veloci di loro, come la Ferrari numero 50. Un riscatto a metà, rispetto alla qualifica, ma i punti mondiali sono sicuramente un’iniezione di fiducia in attesa di vedere la 9×8 tirare fuori gli artigli e dare battaglia per le posizioni di testa.

6H Sao Paulo – Cadillac a passo di gambero. Bmw raccoglie punti mentre Lamborghini finisce lontana in classifica. Isotta migliora ma viene fermata da problemi al motore

Andiamo a vedere il resto della griglia come si è comportato in pista. Partiamo dalla Cadillac, che ancora una volta come alla 24 Ore di Le Mans, ha ben figurato fino alla fase di hyperpole, conquistando la seconda fila insieme alla Porsche a pochi decimi dalle due Toyota in prima fila. La gara invece, è stata diametralmente opposta alla prestazione mostrata sul giro secco. Si pensava potessero essere della partita, visto il BoP abbastanza favorevole sul fronte del peso e della potenza, utile per poter gestire al meglio il degrado gomma. Invece è stata autrice di una gara incolore, concludendo fuori dai punti in tredicesima posizione, indubbiamente non il miglior week end per la squadra americana. 

Bmw riesce a piazzare una delle sue auto, la numero 20 nelle migliori dieci, che si sono sfidate per la pole partendo dalla decima piazza. In gara hanno battagliato a centro gruppo con Cadillac, Ferrari, Alpine e Peugeot, portando a casa un nono posto con la sorella la numero 15 e preziosi punti mondiali. La strada per loro sembra ancora lunga.

Lamborghini invece non ha dato segni di miglioramento, finendo lontana in classifica. Dopo la 24 Ore avevano dichiarato, di essere soddisfatti del livello di affidabilità raggiunto, e che ora si sarebbero focalizzati nell’estrarre il massimo delle prestazioni della macchina. obiettivo sicuramente non raggiunto durante la gara ad Interlagos finiti a quasi tre giri dai migliori, con una gara tutto sommato regolare e senza intoppi. 

Discorso molto differente per la Isotta Fraschini.

Purtroppo una noia in gara al motore li ha costretti anzitempo al ritiro, ma di buono c’è che il nuovo BoP ha dato sicuramente dei vantaggi alla casa milanese. Infatti questa volta durante l’arco del week end hanno fatto segnare tempi non così distanti dalla vetta, segnando un netto calo di distacco cronometrico al chilometro, ed abbastanza in linea con il resto del midfield, soprattutto quando al volante  della tipo 6 si siede il più esperto dei tre piloti Jean-Karl Vernay.

Le squadre si ritroveranno nuovamente in pista a fine mese, il 29-30 di Luglio, sul circuito di Austin per un test collettivo utile per lo sviluppo dei pneumatici Michelin della prossima stagione.

Crediti foto: FIA WEC, Toyota Gazoo, Luca Cappelli

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