TRIUMPH SCRAMBLER 400 X: IL TEST DEFINITIVO IN FUORISTRADA. LA SFIDA ALLA HAT [VIDEO]

Quella che vi proponiamo oggi è una sfida ambiziosa. Il nostro Junior Team, formato da Pietro e Carlotta (che vi abbiamo presentato in questo articolo) ha affrontato le insidie della HAT Sanremo-Sestriere 2024 in sella alle nuove Triumph Scrambler 400 X. Più di 500 km tra sassi, acqua, fango e paesaggi mozzafiato, il banco di prova finale per la nuova Scrambler di Triumph.

In tutto, il test dei nostri Pietro e Carlotta, è durato quasi 2.000 km in 4 giorni contando anche i trasferimenti stradali e i percorsi della HAT. Ecco com'è andata!

Gli accessori per l'off-road

La HAT Sanremo-Sestriere è considerata una delle manifestazioni più iconiche del mondo dell’adventouring, capace di attirare centinaia di appassionati da tutta Europa. I piloti affrontano diverse tipologie di terreni e biomi, dalla sabbia e ghiaia, ai sentieri sterrati e rocciosi che si inerpicano lungo le Alpi Liguri e Piemontesi: un fondo ostico anche per le Maxi Enduro più preparate, come le Tiger 900 Rally Pro del Team Senior.

Nonostante tutti i percorsi della HAT Sanremo-Sestriere siano carrabili preparare la moto a dovere è un must, specialmente le Scrambler 400 X che non nascono per un utilizzo così intensivo, in fuoristrada. Abbiamo quindi equipaggiato un parafango alto (sulla 400 X di Pietro) un set di barre para telaio, para motore e un para coppa in alluminio, fodamentale per evitare sgradevoli e inutili inconvenienti. Di vitale importanza la gommatura: entrambe le Scrambler 400 X hanno equipaggiato un treno di Metzeler Karoo 4.

Dopo aver caricato le tracce sul Garmin Montana 700, preparato la moto e sistemato i bagagli è arrivato il momento di partire. Pietro da Follonica, Toscana, e Carlotta da Modena, Emilia-Romagna. Il ritrovo? Sanremo, insieme al Perfetto e Mattia del Team Senior con le Tiger 900 Rally Pro.

Si parte!

Moto preparate, tracce caricate, iscrizione fatta. Ora arriva il bello. Abbiamo deciso di affrontare la HAT Classic, più di 500 km tra asfalto e fuoristrada dove il pernotto non è indicato. O meglio... Non si dorme? Beh dipende, potete decidere di bivaccare sulle Alpi, di riposare con altri partecipanti nelle apposite aree oppure di prendervi autonomamente un hotel e partire prestissimo (come abbiamo fatto noi), ma a questo ci arriveremo dopo. Gli iscritti a questa sedicesima edizione della HAT sono stati quasi 600, numeri importanti.

Nel primo tratto di fuoristrada non eravamo in piena sintonia con le moto, dovevamo capirle in fuoristrada, comprendere cosa gli piacesse e cosa, al contrario, non digerivano. Piano piano abbiamo conquistato la prima parte della HAT trovandoci davanti paesaggi spettacolari.

Scrambler 400 X e Karoo 4: coppia che vince

Più passano i km e più le 400 X danno confidenza. Macinati i primi 100 km, un bel 70% in fuoristrada, ormai le sentivamo nostre. Nei tratti più rovinati e tosti è fondamentale mantenere un passo lento, da moto alpinista, e far scorrere la moto. Evitare grandi manate di gas preserverà sicuramente i cerchi in lega a razze della Scrambler 400 X; e così noi abbiamo fatto.

Con un filo di gas, in seconda o in terza, la 400 X si arrampica ovunque. Le Karoo 4, ben artigliate, si aggrappano sui sassi e nonostante la Scrambler - nei punti critici - tende un po' a scomporsi, le gomme danno una grandissima mano. La trazione della moto è ottima, complice la linearità della curva d'erogazione del nuovo monocilindrico TR Series, formidabile. Anche dalle ripartenze da fermo oppure a bassissima velocità, in terza, la Scrambler non fa una piega. Con calma, ma soprattutto senza esagerare, riesce a portare ovunque.

Il set delle sospensioni è un po' rigido per l'utilizzo in fuoristrada. O meglio, quando la situazione si fa tosta (nelle pietraie della HAT) una forcella con una taratura più morbida avrebbe consentito passaggi più rapidi. La chiave qui è stata adattare lo stile di guida: peso spostato indietro, guidare anche seduti e essere il più lineari possibili con l'acceleratore.

Le pietraie sono diventate, con il passare della HAT, sterrati battuti, con pochi sassi. Qui ci siamo divertiti tanto: appena il fondo si fa meno sconnesso l'impostazione di guida e il giusto carico all'anteriore regala molta confidenza (ogni tanto troppa) e la 400 X si trova a casa. Disattivando Traction Control e ABS, nella mappa OFF-ROAD, la Scrambler ci mostra di che pasta è fatta.

Per affrontare la HAT abbiamo equipaggiato una serie di accessori dedicati all'utilizzo off-road. Le due Scrambler 400 X equipaggiavano un paramotore in alluminio, delle barre para motore, para telaio e un parafango alto (nella Scrambler di Pietro). Equipaggiare questi accessori è stato fondamentare per guidare con un po' più di leggerezza. Fondamentale il para motore, le pietre della HAT non perdonano!

Molto positiva la risposta dell'impianto frenante, specialmente all'anteriore. Anche su superfici molto scivolose (alla HAT c'era un bel po' di fango) il compound delle pastiglie anteriore della Scrambler 400 X (caratteristica che la differenzia rispetto alla Speed 400, la gemella con il cerchio da 17 all'anteriore) consente frenate modulabili, in sicurezza, anche su fondi sconnessi e con poca aderenza. Con gli stivali da cross risulta un po' difficoltoso azionare freno posteriore e cambio, molto meglio gli stivali da Adventure (e state anche più comodi...).

Per esigenze tempistiche il Junior Team è stato costretto a fare qualche taglio su asfalto. In questo contesto, grazie alla versatilità delle 400 X, abbiamo recuperato molto tempo: oltre a divertirci in fuoristrada, appena messe le gomme su asfalto, la 400 X ci ha sorpreso di nuovo. Intuitiva, facile e sbarazzina, una vera tuttofare!

Una considerazione molto importante da fare: i consumi. Azzerando il trip all'inizio della nostra HAT le due Scrambler hanno segnato un consumo medio di 1 litro di carburante per 27 km percorsi, veramente irrisorio se consideriamo la guida in offroad.

L'opinione di Carlotta

“Confidenza” è il primo aggettivo che mi viene in mente appena la ritiro, perché? Perché ci siamo capite subito, e non per via del suo tachimetro analogico, che diciamocelo, per chi come me ama il vintage, è sempre un “plus”, bensì per l’altezza della sella, solo 835mm, per suoi fianchi stretti e per il suo peso ridotto (leggera sia da ferma, sia in movimento) che hanno regalato da subito grande sintonia, controllo ed anche sicurezza.

Lungo il percorso della HAT Classic, oltre a panorami incontaminati, abbiamo incontrato varie tipologie di terreno tra cui piste battute, sassi smossi e fango viscido, anche durante la guida in notturna (e lo annuncio qui al mio leader…è stata la mia prima volta a guidare su questi terreni in piena notte, che adrenalina!). La moto si è sempre comportata al meglio, forse merito del baricentro basso, dell'erogazione del motore - soprattutto se guidato sottocoppia - e per via delle gomme, le insostituibili Metzeler Karoo 4 che concedono un’ottima trazione su questi terreni e allo stesso tempo regalano un grandissimo grip su asfalto, sia asciutto che bagnato.

Le parti più tecniche e sudate assieme alla Scrambler 400 X sono stati i tratti con sassi smossi, dove con prudenza e una velocità moderata dovevo procedere affrontando gli ostacoli che trovavo sul percorso, senza fermarmi altrimenti avrei rischiato di trovarmi ancora più in difficoltà.

Bella e dannata questa Triumph, mi ha sorpresa per la sua versatilità, certo non è la sua sorella Tiger, quindi ha bisogno di un po’ più di riguardo, ma il suo motore e la sua ciclistica si sono difese molto bene, ma soprattutto e mi hanno sempre incoraggiata e fatta sentire a mio agio. Con una Maxi Enduro sarebbe stata un'altra storia: più potenza sì, ma anche tanto peso in più... E questo conta tanto per una ragazza.

L’esperienza di guida con questa moto, la posso riassumere con una sola parola: elettrizzante. Infatti è stato davvero emozionante dimostrare che questa moto, non serve solo per muoversi in città, ma ti può permettere anches postamenti in autostrada, come quello fatto per arrivare a Sanremo, partenza della HAT e partecipazioni ad eventi di adventouring di primissimo livello.

Con la mia seconda partecipazione alla HAT, dopo quella con il team “Dal Tacco al Tassello” con il quale partecipai alla Discovery, posso confermare che è una manifestazione di Adventouring da inserire nel proprio calendario!

Insomma, promossa o bocciata?

Entrambi i tester sono rimasti molto soddisfatti dalla Scrambler 400 X. Nonostante alcuni giustificati pregiudizi iniziali la piccola inglesina ci ha fatto ricredere: la HAT Classic è stata una vera sfida per la 400 X e abbiamo concluso la manifestazione senza alcun danno, nessuna foratura e nessun pasticcio.

La 400 X non è stata studiata per essere messa così sotto tochio, in fuoristrada, ma con i giusti accorgimenti sia da parte del pilota (è necessaria un po' di clemenza), che da parte della moto (equipaggiamento da off-road obbligatorio) si riescono a fare grandi cose.

Per i più scettici la HAT del Junior Team ne è la prova, vi suggeriamo la visione del video sul nostro canale YouTube.

Dubbi o domande sulla Scrambler 400 X? Vi leggiamo nei commenti di questo articolo.

In collaborazione con Moto.it

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