F1: QUANDO LA BOMBA FA “FETECCHIA”

Sì, bisogna ammetterlo: il titolo non è dei più belli e di sicuro non evoca immagini paradisiache. Tuttavia, è fortemente descrittivo e spiega molto bene cosa stia accadendo in F1 in questo scorcio storico. Il titolo può essere allusivamente triviale perché rappresenta un articolo che segue un approfondimento ben più serio, solido, che noi di Formulacritica abbiamo lanciato ieri, cercando di spiegare perché sia inutile, controproducente e, forse, anche un po’ grottesco continuare a insistere sul concetto di “Spirito del Regolamento” (leggi qui).

La grande “bomba” ha fatto flop, il detonatore si è inceppato e le polveri si sono bagnate a causa della copiosa lacrimazione dei soliti noti. Almeno, queste sembrano essere le indicazioni che giungono in queste ore. A riportare i fatti è una testata autorevole come Motorsport, che ha spiegato come, dopo il Gran Premio dell’Azerbaijan vinto da Oscar Piastri, la Federazione Internazionale dell’Automobile, tramite il suo capo delegato tecnico Jo Bauer, si sia soffermata in particolare sulla McLaren MCL38, cercando di capire se vi fossero i margini per sollevare accuse e, peggio ancora, se esistessero elementi per incastrare il team di Woking alle proprie responsabilità.

Pare che la vettura sia stata valutata attentamente, più delle altre giunte al traguardo, ma senza nulla da obiettare dopo il passaggio sotto al microscopio federale. Come abbiamo ampiamente spiegato nel focus concettuale a cui facciamo riferimento, i controlli sulle vetture vengono eseguiti in modalità statica. Quando l’auto è ferma, nessuna delle contestazioni sollevate dal “tribunale dei social” è stata confermata.

McLaren MCL38: conforme dopo i test, adeguata allo “Spirito del Regolamento” della F1

Il regolamento tecnico della Formula 1 fa riferimento al funzionamento dell’ala mobile al Punto 3, comma 10.10, sezione “C”, dove si stabilisce che non debba esserci movimento relativo tra le parti che costituiscono il Drag Reduction System (DRS). Nella sottosezione “E” si sancisce che la geometria dei condotti non può cambiare, né direttamente né indirettamente. Successivamente, al punto “G”, si affronta l’alterazione dell’incidenza del flap, che deve essere comandata direttamente dal pilota e controllata dalla parte elettronica. È questa parte che specifica cosa il DRS può e non può fare.

Tutti i suddetti punti vengono verificati attraverso un test statico, definito dallo stesso regolamento tecnico a cui i team devono sottostare. Non esiste alcun riferimento a cosa faccia la vettura in movimento. Di conseguenza, la McLaren MCL38 è risultata pienamente conforme alle regole, così come a quello “spirito” tanto nominato, ma che pochi sembrano aver compreso, forse per mancanza di capacità o strumenti.

Come se non bastasse, è accaduto un altro fatto in questi giorni. Anzi, per essere precisi, non è successo nulla: nessuno dei team presenti in griglia ha presentato una protesta formale agli organi preposti per denunciare una presunta irregolarità. Questo, da solo, dovrebbe bastare per mettere fine alla vicenda, aprire le finestre e liberare l’area dal maleodorante olezzo del sospetto e della polemica strumentale.

Dirò di più. I team, anziché avviare una guerra di carte bollate, stanno esaminando nel merito le superfici alari posteriori della McLaren, dopo aver attentamente studiato quelle anteriori, replicando alcune parti aerodinamiche che ne imitano i movimenti. La Ferrari è pronta a introdurre una nuova ala anteriore, ispirata a quella della vettura color papaya nonché della Mercedes, anch’essa accusata di violare lo “Spirito del Regolamento”.

È verosimile immaginare che le scuderie stiano lavorando per recuperare terreno anche nella parte aerodinamica posteriore, cercando di sfruttare al massimo un buco normativo che non verrà colmato nel 2024, ma che potrebbe essere superato nel 2025.

La FIA sta studiando un nuovo sistema che prevede il posizionamento di microcamere piazzate sulle parti fisse della monoposto, in grado di monitorare le ali tramite marker fluorescenti, tracciando i movimenti durante l’azione in pista. Questo sarebbe l’unico modo per introdurre prove dinamiche capaci di verificare la reale flessione di un dato elemento e stabilire se rientra in parametri che ancora non sono stati scritti o definiti.

I giorni trascorsi dal Gran Premio di Baku a quello di Singapore sono stati saturati da troppe discussioni basate sul nulla o su argomentazioni fragili. Purtroppo, questa storia continuerà a essere discussa: i detentori dei diritti di trasmissione della Formula 1 cavalcheranno senz’altro l’onda con ricostruzioni populiste, nonostante i fatti suggeriscano che la vicenda andrebbe ridimensionata e valutata sotto una luce diversa.

Ahinoi non accadrà, ma c’è chi troverà sempre il modo di esprimere giudizi ponderati, accompagnati da ragionamenti scevri da preconcetti o fanatismi. Ci fregiamo di sederci da questa parte della storia. 

Crediti foto: Chiara Avanzo

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