LA CINA RISPONDE AI DAZI SULLE E-CAR. NEL MIRINO I FORMAGGI MADE IN UE

È guerra commerciale aperta fra Pechino e Bruxelles. Non si è fatta attendere nemmeno 24 ore la risposta ai dazi sulle auto elettriche made in China, fissati martedì nella bozza finale della Commissione europea. Ed è una risposta che sa di ritorsione. Ieri, infatti, il governo cinese ha avviato un’indagine anti sussidi sull’import di prodotti lattiero-caseari dall’Ue. Nel mirino, su richiesta presentata a fine luglio dalla China Dairy Association e dalla China Dairy Industry Association, sono finiti formaggi freschi ed erborinati, cagliata e alcuni lavorati di latte e panna, insieme all’esame dei sussidi erogati nell’ambito della Politica agricola comunitaria.

Passando al setaccio un settore che vale molte centinaia di milioni di euro, Pechino ha precisato che l’indagine riguarderà i regimi di sussidi varati fino a marzo 2024 e gli eventuali danni subiti dall’industria cinese dall’inizio del 2020, nonché i piani di sussidio nazionali in Irlanda, Austria, Belgio, Italia (in particolare, quelli ad assicurazione del bestiame e logistica lattiero-casearia), Croazia, Finlandia, Romania e Repubblica Ceca.

L’indagine cinese si unisce alla serie di altre iniziative simili sulle pratiche commerciali Ue, tra cui quella antidumping sull’import di carne di maiale e derivati avviata a giugno. Dal canto suo, Bruxelles ha mosso varie azioni contro Pechino su energia green e appalti.

La reazione della Cina era attesa, visti i toni usati nelle ultime settimane. La decisione dell’Unione Europea di aumentare i dazi sulle e-car, al fine di compensare gli aiuti di Stato ricevuti dai marchi cinesi, è stata bollata da Pechino come "protezionismo" e "concorrenza sleale in nome della concorrenza leale". E l’irritazione è salita per il trattamento preferenziale dato alle auto Tesla prodotte in Cina, le cui tariffe d’importazione sono state ridotte al 9% dal 20,8% precedente, a fronte di una forchetta del 17-36,3% (in aggiunta al 10% già in vigore) per i veicoli dei produttori cinesi. Di riflesso, i titoli dei produttori cinesi di e-car hanno subito brusche perdite alle Borse di Hong Kong, Shanghai e Shenzhen.

Il ministero del Commercio ha assicurato che Pechino adotterà "tutte le misure necessarie per difendere in modo risoluto i diritti e gli interessi legittimi" delle sue imprese, mentre la China Association of Automobile Manufacturers (Caam), la potente organizzazione dei produttori di veicoli, ha lamentato "rischi enormi e incertezza" su operazioni e investimenti delle aziende associate nell’Ue.

Scenari di guerra commerciale che non sono certamente nell’interesse delle parti: il Dragone è alle prese con un’economia in difficoltà, anche a causa dello scontro commerciale a tutto campo già in atto con gli Usa, mentre all’interno dell’Ue si sono sollevate diverse e autorevoli voci contrarie ai dazi, prime fra tutte quelle dei produttori di auto tedeschi, preoccupati per le loro esportazioni sul redditizio mercato cinese.

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