DAZI SULLE AUTO ELETTRICHE CINESI, TUTTE LE MARCHE COINVOLTE

Introdotti nuovi dazi sulle auto elettriche cinesi, con aliquota che potrebbe arrivare fino al 50%; Unione Europea divisa in due, con Germania contraria e Francia e Italia favorevoli.

La tolleranza nei confronti delle auto elettriche cinesi da parte di Bruxelles è ormai agli sgoccioli. La Commissione Ue ha infatti annunciato l’introduzione di nuovi dazi che andranno a penalizzare l’import di vetture provenienti dal Sol Levante: all’aliquota del 10% attuale, infatti, verrà sommata un’addizionale ulteriore compresa tra il 18% e il 38%.

Trattative con la Cina in vista

Il provvedimento può essere interpretato come l’avvertimento dell’apertura di una trattativa con la Cina in previsione delle scelte definitive che l’Ue prenderà in autunno. Tuttavia, Pechino accusa l’Europa di protezionismo, soprattuto dopo che gli Usa hanno già incrementato i loro dazi del 100%.

A detta di Lin Jian, portavoce della diplomazia cinese, la mossa dell’Europa è una semplice scusa per imporre delle sovrattasse che, alla lunga, potrebbe portare a una vera e propria guerra commerciale.

Di conseguenza, Pechino

si riserva il diritto di intentare una causa presso il Wto e prendere tutte le misure necessarie per difendere con forza i diritti e gli interessi

delle sue imprese, dichiara He Yadong, portavoce del Ministero del Commercio. In sostanza, la Cina potrebbe a sua volta aumentare le tasse di importazione che, attualmente, ammontano al 15%.

La Germania si oppone

Non tutti i Paesi europei sono, però, favorevoli alla decisione presa dalla Commissione, in primis la Germania che vanta intensi e duraturi rapporti commerciali con Pechino. Dal Governo riferiscono che una mossa simile non fa altro che ostacolare ulteriormente il commercio estero, affermazione condivisa anche da Ungheria e Svezia.

Di tutt’altra opinione sono, invece, Francia e Italia; secondo il ministro delle imprese Adolfo Urso, infatti, i dazi

tutelano la produzione europea

e permettono di

riaffermare in Italia l’industria automobilistica italiana.

E proprio su questo si è basata la Commissione Europea: stando alle ultime indagini compiute, i sussidi di cui i cinesi stanno beneficiando al momento non fanno altro che danneggiare i produttori europei.

In effetti, guardando all’anno scorso, 1 auto su 5 in Europa è di importazione cinese, per un totale di 438mila veicoli elettrici importati per 9,7 miliardi. A spiccare maggiormente sono le joint-venture di Bmw, Tesla e Renault.

Le marche colpite dai dazi

Il campione delle case prese di mira dai dazi è suddiviso in 3 livelli: al colosso Byd tocca quello più basso del 17,4%, seguito da Greely con il 20% e Saic con il 38,1%. Tutte le altre case che hanno collaborato all’indagine, invece, andranno incontro a un extra del 21%; alle case che non hanno fornito informazioni, infine, andrà il 38,1%.

Il regolamento definitivo verrà pubblicato il 4 luglio 2024 e i dazi verranno riscossi solo dal 4 novembre 2024, una volta concluso il rapporto. I produttori storici europei, come Mercedes, Porsche, Bmw e Volkswagen sono sempre stati molto scettici in merito, ritenendo che il commercio libero ed equo sia fondamentale per dar vita a un’industria automobilistica europea competitiva a livello internazionale. Lo stesso vale per Stellantis che, avendo una joint venture con la cinese Leapmotor, dichiara di non sostenere tutte quelle misure che favoriscono la frammentazione del mondo.

Dazi sulle auto elettriche cinesi, tutte le marche coinvolte: foto e immagini

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